«Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori.
Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore
Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e
avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di
offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra
ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce
sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla…».
Così la Vergine parlava alla pastorella Lucia. Era il 1917. E’ questa la prima parte dei cosiddetti “segreti di Fatima“,
in cui la Vergine annunciava il castigo divino agli uomini per i loro
«crimini». Un messaggio non unico nella storia delle apparizioni
mariane.
La Madonna parla di castighi, per esempio alla Beata Anna Maria Taigi:
«Dio manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni e
altri mali, avrà origine sulla terra; l’altro sarà mandato dal Cielo.
Verrà sulla terra una oscurità immensa che durerà per tre giorni e tre
notti».
Quando la Madonna si esprime in questi termini cosa intende dire? Che realmente punirà il mondo con cataclismi per i peccati dell’uomo?
“PURO PAGANESIMO”
«Per una certa mentalità – premette il mariologo padre Salvatore Perrella
-, le apparizioni mariane sono vere quando danno la possibilità di
scampare alla collera di Dio o di Cristo. Se Maria appare, infatti, vuol
dire che stiamo per precipitare nell’abisso della fine del mondo. In
realtà, bisogna chiedersi se questo modo di pensare nasca veramente dal
Vangelo. Pensare che Dio e Cristo siano padroni assetati di sangue è al limite del diabolico. Pensare
che Maria appaia perché, verso di noi, è più buona di Dio e di Cristo
non è nemmeno un’eresia: è puro paganesimo, frutto di una (questa sì) a
volte colpevole ignoranza personale e comunitaria di chi sia il Dio di
Cristo, il Cristo stesso, la Chiesa e Maria, madre di Gesù».
IL PUNTO DI VISTA DEL CRISTIANO
Si può parlare delle apparizioni mariane da cristiani, prosegue il
preside della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” , «nella Chiesa e
con la Chiesa». Si può ugualmente parlare delle apparizioni mariane «da
“non cristiani”, fuori del Vangelo e senza Vangelo. Se parliamo delle
apparizioni mariane da cristiani, nella Chiesa e con la Chiesa, allora la
prima cosa che dobbiamo riconoscere è che esse sono 1) un dono della
misericordia di Dio, 2) una conferma dell’opera redentrice e salvifica
di Cristo, 3) un segno della potenza dello Spirito Santo.
MISERICORDIA, CRISTO E SPIRITO SANTO
Spiega Perrella: le apparizioni sono «un dono della misericordia di Dio: se Maria vive di un amore nuovo, che va ben oltre i legami della carne e del sangue, ciò ha Dio per radice e per origine; Maria vive non in opposizione a Dio, ma riceve da Dio tutto quel che è e tutto quel che ha».
Sono ancora «una conferma dell’opera redentrice e salvifica di
Cristo:
se Maria non si lascia ingannare dal Maligno e rimane libera dal
peccato, ciò ha le sue radici e la sua origine nel Crocifisso, che fin
nella morte pronunzia il suo libero “no” a ciò che è male davanti al Dio
misericordioso; il modo e gli occhi con cui Maria ci vede, sono il modo e gli occhi con cui il Cristo Risorto ci vede».
Le apparizioni sono infine «un segno della potenza dello Spirito
Santo: se Maria è persona viva e presenza personale nella storia del
mondo, ciò ha le sue radici e la sua origine nello Spirito Santo, che ha
risuscitato e glorificato il corpo crocifisso di Gesù per renderlo il
nuovo tempio in cui tutti sono chiamati a prendere posto e dimora; Maria
è viva non perché è una dea, ma perché è una creatura in cui lo Spirito Santo ha già manifestato la potenza della risurrezione e della vita senza fine».
UN ESSERE “GIUSTO”
Ora, evidenzia il mariologo, «la misericordia di Dio, l’opera
redentrice e salvifica di Cristo, la potenza dello Spirito Santo, danno
la possibilità all’essere umano di diventare “giusto”, di essere cioè liberato dalla schiavitù del male e del Maligno.
Chi, in un modo o nell’altro, è prigioniero di tale schiavitù, si fa
strumento e mediatore dell’odio, della divisione e della morte. Chi
accetta di essere “giustificato”, ri-generato, da Dio, da Cristo e dallo
Spirito, diviene strumento e mediatore di giustizia, di pace, di
riconciliazione, di comunione, di perdono, di vita. Maria – sottolinea
Perrella – collabora instancabilmente a questo progetto che attende di diventare realtà in ogni essere umano».
SCOSSA ALLE COSCIENZE “ASSONNATE”
Le apparizioni mariane sono perciò «una forma con cui Dio, il Cristo e
lo Spirito, chiamano gli uomini e le donne alla “giustizia”: a vivere,
cioè, da “giustificati”, uomini e donne radunati insieme nella Chiesa
(che, non dimentichiamolo, non è una “fantozziana” assemblea di
condominio, ma è l’assemblea convocata dalla Trinità perché la vita
della Trinità si diffonda oltre la Trinità), comunità di persone
radicalmente coinvolte, mente, anima e corpo, nella costruzione di un
mondo “santo” (l’unico mondo veramente a misura di tutti i viventi). Il “giustificato”, il “giusto”, riesce a vedere, grazie all’opera della Trinità in lui, quel che gli altri non vedono.
Riesce a vedere quali sono le conseguenze dell’ingiustizia, il più
delle volte travestita dal suo contrario, la giustizia. E proprio per
questo vuole scuotere le coscienze narcotizzate, intorpidite, assonnate,
annoiate, superficiali, ciniche, malvagie».
Questo, conclude Perrella «è ciò che Maria fa nelle sue autentiche
apparizioni da vera “illuminista di Dio”». La Madre di Gesù «non è
interessata a raccogliere intorno a sé i “furbetti della religione”, né
tantomeno i pochissimi “eletti” che si salveranno (a scapito della
feccia dei “moltissimi”). Vuole il contrario: che tutti sappiano dove
dirigono e quali conseguenze avranno le scelte che stanno facendo ora;
che tutti sappiano – conclude l’autorevole mariologo – se sono in cammino verso Dio e verso il prossimo nell’amore, o se sono su altre strade che, più si percorrono, più si allontanano dal “santo Incontro” e conducono all’orrendo nulla»
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